LA VALIDAZIONE DEL PROGETTO NON E’ UN DIAMANTE.

La validazione: un atto fondamentale del Responsabile del Procedimento

I progetti delle Opere Pubbliche prima di essere messi in gara, devono essere verificati da un soggetto terzo, diverso dai progettisti. Il Responsabile del Procedimento, vista tale verifica, emette a sua firma un atto formale denominato validazione. Il tutto è previsto dall’art. 26 del D. Lgs. 50/2016 (Codice dei Contratti Pubblici).

La validazione obbligatoria prima di avviare l’appalto, deve dare atto della completezza del progetto, della sua appaltabilità, dell’adeguatezza dei prezzi unitari, della possibilità di ultimare l’opera nei tempi indicati, della completezza delle previsioni di spesa del quadro economico.

Un atto fondamentale, quindi, che se redatto con la dovuta rigorosità, dovrebbe garantire alla Pubblica Amministrazione appaltante la realizzazione dell’opera nei tempi e con i costi previsti.

Sarebbe semplice, in teoria.

La validazione scade?

Un interrogativo legittimo risulta: quanto tempo è valida una validazione? Scusate il gioco di parole. La legge non fissa un termine, né demanda al Responsabile del procedimento di fissarne uno. Per una serie di ragioni che appaiono anche ovvie se esaminate.

Ci viene in mente, un carissimo compianto amico ingegnere, cui eravamo molto legati, che spesso ci ricordava “I regolamenti servono a chi non sa regolarsi”. Lui, ovviamente si riferiva alle regole di dettaglio, non professava la inutilità delle regole in generale.

Non è sempre così ma rende l’idea: a volte serve acume e buon senso, innanzitutto.

Nel caso della validazione è del tutto normale che sia demandata alla valutazione del Responsabile del procedimento lo stabilire se permane la validità e quindi la utilizzabilità ai fini di legge dell’atto. Per ogni progetto possono presentarsi situazioni diverse, con mutamento dello stato dei luoghi, variazioni normative, variazioni dei prezzi, nuovo regime di vincoli, per cui una validazione può risultare superata dopo pochi mesi o viceversa può ritenersi efficace anche dopo alcuni anni.

Resta quindi centrale il ruolo del Responsabile del Procedimento, il quale anche quando disponga di un progetto validato, prima di avviarlo ad un finanziamento ovvero ad una gara deve necessariamente interrogarsi nel dettaglio sulla validazione e sulla sua efficacia.

Effetti negativi dell’utilizzo di progetti e validazione superati

E’ del tutto inopportuno mandare in appalto progetti esecutivi approvati diversi anni prima, con validazione conseguentemente datata, senza un attento esame del Responsabile del Procedimento, esame che dia conto del permanere di tutte le condizioni alla base dell’esito favorevole della validazione. A maggior ragione validazione ed assunzione di responsabilità piena devono essere confermate se nel frattempo è anche cambiato il soggetto incaricato come Responsabile del Procedimento.

Diversamente qual è il risultato? Le gare di appalto, possono far partire lavori il cui progetto non è più adeguato economicamente, non rispetta le normative sopravvenute, non rispetta eventuali vincoli.

Una utile raccomandazione, poi, ai Responsabili del Procedimento che subentrano e si trovano a gestire un progetto validato da un altro alcuni anni prima. Verificate che sia ancora tutto coerente, non vi basterà certamente invocare che la validazione non era stata effettuata da voi se nascono pasticci, soprattutto se risale ad alcuni anni addietro.

Molto meglio rimettere mano al progetto ed aggiornarlo se necessario, e far attendere chi pressa.

La validazione del progetto non è un diamante. Non è per sempre.

Michele Russo

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